lunedì 4 febbraio 2008

Il Fiore della Terra

Pubblico l'ottavo capitolo.
La tensione aumenta sempre più, non trovate? Ma come andrà mai a finire? Leggete e saprete.
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Roncobilaccio, stesso giorno, ore 18,00

Era già pomeriggio inoltrato, quando Rais e Masur giunsero a casa, dopo aver girovagato senza meta e senza senno.
Avevano appena nascosto la valigetta nel fienile quando si avvicinò nonno Ampelio, che sembrava li stesse cercando.
Cosa state facendo, ragazzi? Come avete passato la giornata? Combinandone qualcuna delle vostre?
Mai domanda fu più azzeccata.
Rais e Masur avevano voglia di parlare e di tacere al tempo stesso. Scelsero la via di mezzo.
Caoticamente, affannosamente, raccontarono una storia edulcorata.
Mentre erano intenti a mangiare fichi, in collina vicino all’autostrada, avevano udito uno schianto e visto del fumo nero. Scesi nel vallone, da dove proveniva il fumo, avevano trovato un’idromobile tutta sfasciata, con dentro dei morti. Vicino, una valigetta metallica che avevano preso e nascosto. Forse conteneva dei soldi!
Del lancio della pietra, nessuna menzione.
Il nonno ascoltò, pensoso e preoccupato.
Zitti, segreto con tutti! Intimò alla fine. Qui si rischia grosso!
Poi si fece consegnare la valigetta.
Il vecchio e i ragazzi si recarono nella baracca adibita ad officina per le poche e antiquate macchine agricole possedute dalla famiglia.
Lavorando di trapano, martello e cacciavite nonno Ampelio ebbe in breve tempo ragione del contenitore metallico.
Soldi, niente. Solo una cartella di marocchino rosso con dentro una pergamena.

Il documento, dall’apparenza pomposa, era scritto in arabo, lingua che il vecchio orecchiava come tutti ma non sapeva leggere. I ragazzi invece studiavano l’arabo a scuola, come seconda lingua obbligatoria.
Leggi tu, Rais!
Troppe parole difficili per Rais e Masur. Alla fine, dopo un’ora di sforzi, una cosa si era capita: si trattava di una terribile fatwa lanciata contro i cristiani in generale e contro Giovane Italia in particolare.
Che il documento fosse importante era evidente.
Bimbi, disse il nonno, mi raccomando di nuovo, non parlate ad anima viva di questa carta e di tutto quello che è successo. Se lo fate, vi pentirete di essere nati.
Rais e Masur sembravano, ed erano, terrorizzati.
Penserò io a cosa fare di questo documento, proseguì nonno Ampelio. Intanto, andate a seppellire la valigetta nel letamaio dietro alla stalla. Seppellitela ben profondo!

Quella stessa sera, dopo che Rais e Masur erano andati a letto e le donne a governare il bestiame, nonno Ampelio raccontò l’intera vicenda, sospensione compresa, ai suoi due figli maschi, Petronio e Lazzaro, rispettivamente genitori di Rais e Masur.
La prima reazione fu di rabbia, come si era aspettato.
Una solenne arrabbiatura, contro i ragazzi e nei confronti del Maulana Sidi Ahmed.
Domani vado io alla Madrassa e faccio un casino della madonna! minacciò Petronio.
E io vado subito a menare quei due farabutti, rincarò Lazzaro.
Calma! Intimò Ampelio. Questo è il momento di pensare alle cose serie, non di incazzarsi. Vi rendete conto di cosa c’è capitato in mano? Se fate casino adesso, finisce che ci bruciano la casa e finiamo in galera. Ve ne rendete conto?
Dopo qualche bicchiere di sangiovese e molta riflessione, i due uomini convennero che il loro padre aveva, come sempre, ragione.
Il giorno dopo, Petronio e Lazzaro dovevano andare a Sasso Marconi. L’amico Gaspare, accanito anti-islamico, li aveva convocati per una riunione segreta.
Sarà presente Lucio, li aveva avvisati. E’ un importante emissario di Giovane Italia. Un vero amico, un vero italiano.
Porteremo con noi la fatwa, disse Petronio, e la daremo a questo Lucio. Saprà lui cosa fare.
Giusto! Assentì Lazzaro. Giustissimo.
Mi raccomando, concluse Ampelio. Silenzio con tutti, anche con i ragazzi. E soprattutto con le donne!
Domani andrò io dal Maulana, con i ragazzi. Sistemerò tutto.
Soccmel! Bofonchiò tra i denti Petronio, che aveva sposato una bolognese, a titolo di assenso.
Maremma maiala, echeggiò Lazzaro.




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