martedì 15 gennaio 2008

Il Fiore della Terra

Terzo capitolo!!!
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Roncobilaccio, lunedì 30 Settembre 2097, 0re 10,00.

La compilazione del questionario d’inizio anno scolastico stava rivelandosi difficoltosa per il piccolo Rais.
I suoi compagni di classe avevano quasi tutti consegnato. Anche suo cugino Masur, che ora era intento ad intagliare il banco con il temperino, suo passatempo preferito e spesso punito.
Per evitare lo sguardo iroso del Maestro, Rais fissò la finestra.
Il sole era alto e le foglie dei pioppi cominciavano ad ingiallire.
Rais pensò che era solo lunedì, e la settimana era lunga prima di venerdì, festa settimanale islamica e della cristiana domenica.
Di sabato invece bisognava andare a scuola, ed era giorno d’interrogazione.
Rais pensò anche che il gran fico sulla scarpata sovrastante l’autostrada, luogo preferito di giochi e scorribande con il cugino Masur, era ancora carico di frutti saporiti.
Rais! Ringhiò il Maestro. Ti manca ancora molto?
Il ragazzo guardò il foglio aperto sul banco. Rimanevano ancora alcuni quadratini da barrare.
Si concentrò sull’intestazione. Roncobilaccio, At-ta’ lim at-tadhizi. “Scuola Media” tra parentesi.
Rais detestava andare alla Madrassa, ricavata nell’antica Casa del Popolo. C’era ancora la vecchia scritta in vernice nera sopra la porta, e con l’umidità veniva fuori nonostante le numerose imbiancate.
Suo nonno raccontava che quando era giovane veniva fuori un’altra scritta in nero, ancora più antica. Diceva “se avanzo uccidetemi, se indietreggio seguitemi”. Così raccontava suo nonno Ampelio, e sogghignava, non si capiva se faceva sul serio o per scherzo, ma a Rais sembrava una storia senza senso.
Consegnate! Intimò il Maestro.
Rais barrò quasi a caso quattro caselle, e si soffermò sull’ultima, o meglio sulle ultime due contrassegnate da un SI e un NO.
Accanto, il quesito, in italiano e arabo: nella vostra famiglia si beve vino?
Si beveva vino, sì, in casa di Rais. Di nascosto naturalmente. Il vino che rimaneva dopo il conferimento, per l’esportazione, all’ammasso comunale.
Non che fosse tassativamente proibito berne nelle famiglie dei cristiani, ma era vivamente “sconsigliato”. Meglio evitare, insomma.
Rais lasciò in bianco i quadratini e consegnò, proprio mentre suonava la campanella della ricreazione.
Anche Masur aveva evitato di rispondere alla domanda sul vino. Già due volte la Guardia Annonaria era venuta ad ispezionare la vecchia casa colonica e la cantina, ed erano fioccate multe per i mancati conferimenti. Inoltre, il nome del nonno e quello dei loro genitori erano stati inseriti nella lista dei bevitori di vino, affissa nella bacheca municipale.
Non che fosse proibito bere vino, ai cristiani, ma si evitavano grane, insomma era meglio lasciar perdere, o farlo di nascosto.

La campanella annunciò la fine della ricreazione.
Il Maestro aveva un atteggiamento tra il pensoso e il preoccupato.
Rais e Masur dal signor Maulana, subito!
Il Maulana, dottor Sidi Ahmed, indossava il caffetano bianco. Era d’etnia araba, e ci teneva. Si lisciò il barbone cespuglioso. Il suo fiato sapeva d’aglio.
Rais, Masur, perché non avete risposto al quesito sul vino? A casa vostra si beve vino e ve ne vergognate? Allah, Gloria a Lui, l’Altissimo e misericordioso, apprezza coloro che hanno il coraggio delle proprie azioni. Allah e il Profeta, che Dio lo benedica, disprezzano i vili !
Nonno Ampelio aveva detto ai due ragazzi di non rispondere a domande sul vino. Ciò che non è vietato è permesso, diceva.
I ragazzi tacquero, rossi in viso e con gli occhi bassi.
Sospesi per due giorni! Intimò il Maulana. E tornate accompagnati dai genitori.

Sulla strada di casa Rais e Masur decisero che il mattino dopo sarebbero andati all’autostrada a “fare il gioco”.
Il “gioco” consisteva nel lanciare sassolini sulle rare idromobili di passaggio, all’ingresso della galleria.
Le idromobili, salvo rare eccezioni, appartenevano al servizio di Stato, agli Ulema e al Corpo dei Guardiani della Vera Fede.
Tutta gente che non beveva vino.
Questa volta lanceremo un sasso grosso, disse Masur.


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