mercoledì 27 febbraio 2008

Il Fiore della Terra

Cari amici, eccovi il sedicesimo capitolo. Ci avviciniamo alla metà dell'opera e vi sono spunti sempre nuovi.
Buona lettura!!!
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Verona, venerdì 25 Ottobre 2097, ore 19,00.


Era un po’ strano quell’invito a cena fatto all’ultimo momento. Acabo e Maryam avevano dovuto annullare alcuni impegni per potersi trovare la sera stessa a casa di Mauro. Maryam era particolarmente seccata, perché non le era stato facile trovare una sostituzione per il turno di notte.
Li passò a prendere Loretta, la sua amica del cuore, anch’essa invitata. Loretta possedeva un “Sulk”, triciclo a pedali con due posti a sedere posteriori, di recente immesso sul mercato nel quadro della “campagna ecologica”.
Dovrebbero dire “nel quadro del generale impoverimento”, altro che ecologia! Commentò irosamente Acabo.
Si mise ad ogni buon conto ai pedali, con le due ragazze sedute nello scomodo sedile posteriore.
Come dio volle, giunsero al Chievo. Acabo aveva il fiatone, le due ragazze, nonostante gli scialli, erano infreddolite.
Gli invitati, tutte facce conosciute, erano numerosi. Appariva subito chiaro che la cena era solo un pretesto per poter fare il punto della situazione dopo i recenti avvenimenti.
Il camino era acceso nella grande stanza, il cibo semplice e rustico. Fette di polenta abbrustolita sul fuoco e salame nostrano.

Mauro diede notizie di Lucio.
Sarà presto di ritorno in Italia, per dare impulso alla nostra lotta. Occorre sbrigarsi, perché il regime sta muovendosi nel senso indicato dalla fatwa!
Mauro si guardò attorno, poi riprese.
Il messaggio è che bisogna estendere la cospirazione e predisporre una nuova ondata d’attentati, possibilmente incruenti ma clamorosi. Dobbiamo infondere terrore e contribuire a scompaginare l’organizzazione del regime, che già è sgangherata del suo. Però, attenti agli infiltrati, agli spioni ed ai provocatori!
Quest’ultimo allarme suscitò un’accesa discussione.
Da uno dei presenti fu lanciata l’idea che sarebbe stato meglio, anziché sprecare energie in una poco profittevole caccia alle streghe, tentare di infiltrare tra i musulmani qualcuno dei cospiratori che si sentisse in grado di simulare una repentina conversione all’islam.
Acabo raccolse con entusiasmo il suggerimento.
Ottima idea! proclamò. Sarebbe bene che questo tentativo d’infiltrazione fosse fatto da cospiratori di sesso femminile, perché così potrebbero agire sull’anello più debole della catena, vale a dire sobillare le donne di religione musulmana ma d’origine italiana e non solo.
La situazione delle donne in generale, argomentò, e di quelle di religione islamica in particolare, è infatti umiliante e si sta aggravando sempre più per la crisi economica. Dobbiamo sfruttare tutto questo malcontento!
Mauro fece sua la proposta e tutti assentirono.

Si trattava ora di designare le…volontarie.
Tutti gli sguardi si appuntarono su Maryam e Loretta.
Noi saremmo poco credibili, azzardò Maryam, tutti sanno che apparteniamo ai gruppi dissenzienti che si oppongono alle pene corporali previste dalla sharia.
Loretta rincarò la dose. Abbiamo appena manifestato in Arena in occasione dell’esecuzione si Suleyma, l’adultera di Boscochiesanuova!
Al contrario, ribatté Mauro. Potrete sostenere che l’esecuzione dell’adultera vi ha edificate per il suo aspetto umanitario, per quella sua nobile ricerca della morte senza sofferenza fisica, e che avete avuto una crisi di coscienza.
A Maryam e Loretta non restò che accettare, anche se di malavoglia.
Ma come ci regoliamo per l’approccio? Chiese Maryam.
Mauro, che doveva essersi ben preparato in merito, improvvisò una dotta lezioncina.
L’importante, disse, è prendere contatto con una Tariqa, ossia una confraternita religiosa che si dedica al sufismo, vale a dire alla mistica islamica.
Ve n’è giusto una di tradizione marocchina a Verona, formata da donne. Si chiama “Le Donne della Hadra” e ha la sua sede in Via Scalzi, al numero 25. Fanno sufismo e musica tradizionale. Le nostre due volontarie (ammiccò a Maryam e Loretta) sono brave canterine!
Vi presentate in Tariqa, continuò, e raccontate di aver letto il Corano per cercare argomenti per dimostrare che Maometto è un falso profeta e che l’Islam è una religione non valida…ma che poi, leggendo e studiando il sacro libro, vi siete convinte che la vera liberazione della donna è nell’Islam.
Dovrete inoltre affermare che siete ansiose di pronunciare davanti alla confraternita riunita la Shahadah, la formula rituale, per divenire Donne di Hadra.
Che roba è questa Shahadah? chiese Loretta, che era ragazza intelligente e coraggiosa ma di scarse letture.
E’ il primo pilastro dell’Islam, spiegò Mauro, paziente. E’ una semplice formula che dovrete pronunciare simulando convinzione. Bisogna impararla bene, con corretta pronuncia, in italiano e arabo. Suona così: La ilaha illa Allah, Mohammadur rasoolu Allah. Significa che non esiste vero dio se non Allah e che Maometto è il suo profeta.
Va bene, disse Maryam. Impareremo la formula e proveremo a raccontare la storiella in via Scalzi. Speriamo di non rimetterci la pelle, se ci sgamano.
E pensare che una volta c’era un Comando della NATO in Via Scalzi 25!, commentò un altro dei presenti.
E se ci infibulano? Interloquì Loretta, suscitando l’ilarità generale.
Non vi preoccupate! La voce di Mauro era rassicurante. L’infibulazione è prevista, anche se non obbligatoria, solo per le native islamiche d’etnia somala, sudanese e simili, non per le convertite d’etnia europea.
Noi uomini sì che ci dobbiamo far circoncidere se ci convertiamo! Ecco perché mandiamo voi.
Le risate giunsero al parossismo, isteriche, liberatorie.

Mauro attese che l’atmosfera tornasse alla normalità, poi chiese attenzione.
Qualche altra notizia e raccomandazione da parte di Lucio, da trattare con la massima riservatezza.
Emissari dei Centri Sociali hanno chiesto in gran segreto un incontro con un qualificato rappresentante di Giovane Italia. E’ stato designato Lucio che s’incontrerà presto a Milano con Ataulfo Tomaia.
Questa volta non ci furono risate, ma generali proteste. Non era forse vero che i Centri Sociali avevano reso possibile l’usurpazione islamica?
Meno emozionalità e più pragmatismo! esortò Mauro. Ataulfo Tomaia è un essere spregevole ma è anche un animale politico che sa annusare il vento…e il vento della storia non è più favorevole al regime islamico. Quando ce ne saremo sbarazzati, salderemo il conto anche con i Centri Sociali.
Mauro raccomandò infine di prepararsi ad accogliere gli italiani d’Africa che presto avrebbero iniziato a rientrare in patria. Molti di loro vedranno l’Italia per la prima volta, disse. Bisognerà aiutarli ad inserirsi.

E gli attentati? interruppe Acabo.
L’argomento provocò una nuova, accesa discussione.
Meglio evitare azioni clamorose mentre le due ragazze tentano di infiltrarsi!, osservò Mauro. Meglio, molto meglio fare azioni di disturbo psicologico.
Rodolfo, un anziano cospiratore amante della buona letteratura antica, propose di dedicarsi all’insolita attività dell’untura.
Potremmo inviare lettere ai più noti esponenti islamici, specie i convertiti che sono più osservanti, contenenti foglietti unti di strutto suino e con una scritta che riveli trattarsi appunto di suino, disse. Così i destinatari prima di leggere li avranno toccati…potremmo anche ungere, nottetempo, porte, corrimani, campanelli e imbucare cotenne di porco nelle cassette postali degli uffici pubblici. Basterebbero pochi untori giovani e bene addestrati per creare un caos.
Molto bene! assentì Mauro. Si potrà fare per una o al massimo due notti, poi ci saranno pattuglie e ronde dappertutto, ma così la polizia e le guardie si sfiancano!
Diamoci dentro, e domani ungiamo tutta la città.
Poi penseremo a qualcos’altro.
Viva le cotenne! gridò un buontempone.
Ma questa volta nessuno rise.



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