sabato 1 marzo 2008

Il Fiore della Terra

Siamo al 17° capitolo. Le due ragazze tentano di entrare nella Tariqa.... la storia si fa sempre più interessante.
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Verona, lunedì 28 Ottobre 2097, ore 10,00.

In gonna lunga, camisaccio accollato e hijab scuro a coprire il viso, Maryam e Loretta non sembravano nemmeno ragazze cristiane d’etnia italica.
Si erano preparate psicologicamente ma non riuscivano a contenere il batticuore. Paura, eccitazione, curiosità ma soprattutto voglia di fuggire, istintiva, irragionevole.
Via Scalzi, civico numero venticinque. Un vecchio casermone ristrutturato e rivestito fino all’altezza del primo piano di piastrelle azzurre con elaborati arabeschi. A destra dell’ingresso principale si ergeva un piccolo monumento in pessimo stato di conservazione, sgretolato dal tempo e dalle erbacce, raffigurante un prete cattolico in atto di sbirciare da dietro un lastrone di pietra. Nessuno sapeva, o sapeva più, chi fosse stato.
Alle ragazze sembrava quasi che spiasse loro, che le osservasse con malevolenza mentre si avvicinavano alla porta e suonavano il campanello.

Che volete? La voce che filtrava attraverso la mascherina di cuoio cucita sul burqa scuro suonava sospettosa.
Vorremmo parlare con…la Direttrice per motivi personali! azzardò Maryam arrossendo sotto la hijab.
Non è possibile, non così. Presentate una petizione scritta. Questa è una Tariqa, non è l’ufficio del catasto.
La figura in burqa e maschera indicò perentoriamente l’uscita.
Vogliamo pronunciare la Shahadah! sbottò Loretta.
La figura mascherata esitò un attimo. Attendete! disse indicando la saletta d’aspetto, e scomparì all’interno dell’edificio.
L’attesa fu lunga. Le ragazze l’ingannarono guardando i manifesti e le locandine che tappezzavano le pareti della stanza. Un manifesto raffigurava alcune fanciulle in burqa intente a cantare in coro. Entra in Tariqa, prega cantando! Recitava la scritta sottostante, in arabo e italiano.
Altri manifesti erano meno rassicuranti.
Una bambina, a capo scoperto e con le dita della mano destra atteggiate a segno di vittoria, proclamava: Non sono una nigsa, non sono una bikaloro. Io sono circoncisa!
Non mancava, nella versione italiana, la traduzione delle due oscure parole: sporca e immatura.
Per le escissioni e le infibulazioni delle vostre bambine, recitava un altro cartello, rivolgetevi alla dott. Hamina El Kerim, specializzata in medicina etnica e coranica. Massima igiene, intervento in anestesia locale, risultato assicurato.

Entrate! Disse la figura in scuro, riapparsa all’improvviso. La Reverendissima Ostath, Aisha Bourghani, vi concede udienza.
Fece strada, senza altre parole.
L’Ostath (Maestra) Aisha era una donna magra, alta, d’età avanzata, con bocca sottile, naso aquilino, sguardo penetrante ed espressione imperiosa. Non indossava il burqa ma un semplice chador che le lasciava il volto scoperto.
Sedetevi, disse indicando un divanetto, non appena la porta dello studio si chiuse alle spalle della misteriosa accompagnatrice.
Mi dicono che vorreste abbracciare l’Islam. Suppongo siate cristiane. Scoprite i volti, datemi le vostre generalità e, soprattutto, chiaritemi il perché della vostra…conversione.
Si, reverenda Ostath, esordì Maryam in nome di entrambe. Il mio nome è Maryam Trevisani, la mia amica si chiama Loretta Carli. Siamo infermiere.
Maryam esitò qualche istante.
Sento il dovere d’essere sincera, proseguì. Apparteniamo ai Gruppi Dissenzienti ed abbiamo letto il Corano per trovarvi argomenti atti a dimostrare che Maometto è un falso profeta e che l’Islam non è la vera fede. Il nostro cuore era freddo, la nostra volontà ostile.
Loretta volle dire la sua. Proprio così, signora Ostath, eravamo nemiche dell’Islam.
Continuate!. La voce di Aisha fremeva d’indignazione.
Maryam riprese, gli occhi abbassati, in atteggiamento penitenziale.
Insigne Maestra, la lettura del sacro libro ci ha prima scosse, poi illuminate, infine travolte. Abbiamo compreso che l’Islam è la vera fede, che Maometto è il vero Profeta e che finora abbiamo vissuto nelle tenebre dell’ignoranza e della presunzione.

Perché allora siete venute qui, alla Tariqa? Perché non vi siete rivolte ai Mullah addetti alla Moschea?
Le due ragazze si gettarono bocconi ai piedi dell’anziana sacerdotessa.
Non vogliamo vivere nel mondo, vogliamo dedicare la nostra vita a cantare le lodi di Allah il Misericordioso! precisò Maryam. L’insegnamento di un semplice mullah non ci basta. Vogliamo essere iniziate al Sufismo!
L’espressione d’Aisha da indignata si fece dubbiosa. Un ghigno che forse voleva essere un sorriso increspò le labbra sottili.
Vedo, vedo. Sarete messe alla prova. Sappiate che la via è lunga e difficile. Studierete i Sacri Libri, non solo il Sublime Corano. Sarete guidate in questo. Vi accosterete ai misteri del Sufismo e apprenderete il sacro canto. La Shahadah sarà l’ultimo passo, il coronamento di un percorso che culminerà con la circoncisione. Diverrete così, a tutti gli effetti, sorelle della Casa di Hadra.
Loretta era terrorizzata. Volete dire che saremo infibulate? chiese con voce rotta.
No, questo no, la rassicurò Aisha. A meno che voi stesse lo chiediate. Noi suggeriamo, non imponiamo la nobile e sacra tradizione dell’escissione completa e della successiva infibulazione, e solo alle fanciulle islamiche in età prepuberale che chiedono di entrare nella nostra casa. Non alle adulte convertite!
Aisha era ora un torrente in piena.
Come disse in un suo Hadith il Sublime Profeta, che Allah l’abbia in gloria, l’escissione è una “makruma”, cioè un’azione onorevole ma non vincolante. La “Sunna”, cioè l’azione vincolante, è per noi la circoncisione lieve, parziale, che consiste nell’asportazione del solo prepuzio della clitoride. E’ un intervento poco cruento e pressoché indolore. Suppongo che voi due, da brave cristiane, non siate più vergini e da lungo tempo. Ben conosco le attitudini fornicatorie delle donne cristiane. Infibularvi non avrebbe senso. Il vostro uomo non ha certo avuto bisogno del coltello d’argento per aprirvi, la prima notte di contubernio!

L’espressione d’Aisha era ora sprezzante. Maryam voleva apparire credibile.
Sta bene, venerabile Maestra. Ci sottoporremo alla circoncisione lieve quando saremo sicure della nostra fede (allungò un feroce pizzicotto a Loretta che si preparava a protestare). Non escludiamo, ora come ora, di chiedere a suo tempo anche l’intervento completo. Vorrebbe Vostra Reverenza illustrarci di cosa si tratta?
La voce d’Aisha si fece professionale.
Con l’escissione vengono asportate la clitoride, le piccole labbra e, diciamo, due terzi delle grandi labbra. I due lati della vulva vengono cuciti, in anestesia locale, con filo di seta. L’accesso vaginale è così ridotto ad una piccola apertura, sufficiente per le esigenze mestruali ma ostativa di qualunque tipo d’introduzione o amplesso. Spetta solo al legittimo e felice marito, in occasione della prima notte di nozze, aprire la vulva della sposa con un coltello consacrato…
Aisha scrutò severa le due giovani.
In questo modo, continuò, la natura femminile della donna islamica viene innalzata a matrice di riproduzione e dono di mistico piacere per il consorte, laddove l’organo sessuale delle donne cristiane, aperto ed indecente, è adibito a latrina del vizio.

Aisha si alzò, in segno di congedo.
Vi basti questo, per ora. Venerdì prossimo intraprenderete il vostro percorso iniziatico. Comincerete con la prima lezione di canto e d’accostamento alla mistica coranica. Seguirò i vostri progressi, conoscerò i vostri fallimenti. Solo se e quando riterrò la vostra preparazione completa e la vostra fede provata, verrete ammesse alla professione di fede ed alla circoncisione. In qualunque momento potrete ritirarvi, in qualunque momento potrete essere cacciate. E…badate bene: se dovessi accertare una qualsiasi malafede da parte vostra, non esiterò a deferirvi al Tribunale Islamico.
Andate ora. E concordate in Segreteria le ore di lezione, secondo i vostri impegni lavorativi.
Come per incanto la porta si aprì.
Andiamo! disse la persona in burqa scuro. La reverendissima Ostath, immersa nella lettura di un enorme libro polveroso, nemmeno le degnò di un’occhiata mentre uscivano.

Col cazzo mi faccio circoncidere! proclamò Loretta non appena furono al sicuro, in strada.
Riferiremo a Mauro e ai compagni, disse Maryam. Non ti preoccupare, comunque. Alla circoncisione non arriveremo mai. Appena avremo raccolto qualche informazione utile, taglieremo la corda e non ci vedranno più!
Speriamo bene, concluse Loretta.
Pensi che la reverenda maestra sia un’infibulata?
Maryam non rispose.



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