martedì 4 marzo 2008

Il Fiore della Terra

Pubblico il 18° capitolo.
Si comincia a capire come andrà a finire. Ma le sorprese sono ancora tante!
Buona lettura.
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Mediterraneo Occidentale, martedì 3 Dicembre 2097, ore 18,00.


Il vecchio ferry, quasi una carretta dei mari, aveva ormai doppiato Gibilterra e lasciato Malaga alle spalle, verso il Mediterraneo aperto, verso l’Italia.
La sera regalava mare piatto e tramonto stordente.
Tempo da crociera, si sarebbe detto. Ma crociera non era. Nessuno era felice a bordo della nave, uomini, donne, bambini, tutti sradicati dalla loro consuetudine e tutti timorosi dell’imminente realizzarsi di quello che era stato un sogno antico ma che ora pareva mutarsi in incubo.
I sogni sono belli in quanto tali, irreali ed irrealizzabili.
Quando stanno per tramutarsi in realtà, spaventano. Tutti i cambiamenti in fondo spaventano quanto tendono a stravolgere una vita che scorre tranquilla e, in qualche modo, rassicurante.
Vi erano famiglie intere a bordo della nave. Famiglie numerose, cariche di tutte le suppellettili che avevano potuto portare con sé. Soprattutto, cariche di ricordi.

Avevano lasciato Giovane Italia per tornare, emigranti a rovescio, in madre patria.
Erano i primi. Molte altre famiglie si accingevano a fare altrettanto. I motivi erano vari. Bande armate di predoni musulmani da qualche tempo premevano ai confini. Stampa e televisione dei paesi arabi limitrofi, molto letti e ascoltati in Giovane Italia, incitavano senza sosta i musulmani, “ingiustamente scacciati”, a riappropriarsi delle fertili terre che loro un tempo appartenevano.
Le Autorità Governative di Giovane Italia, invece di reagire e invocare l’intervento delle Potenze Occidentali, si dimostravano tiepide ed anzi offrivano condizioni particolarmente favorevoli ed incoraggianti a quei cittadini che si fossero risolti ad emigrare in Italia. Possibilità di esportare valuta pregiata senza limiti, indennità risarcitorie e di prima sistemazione e, infine, l’accordo sottoscritto con la Confederazione Musulmana, del quale si erano ancora una volta fatti garanti Unione Europea e Americhe: libera importazione in Italia di valuta pregiata e sovvenzioni a bassissimo interesse per coloro che vi volessero acquistare casa, attività, terreno.
Ponti d’oro, si sarebbe detto in altri tempi.
Già, ponti d’oro verso la miseria.

Un gruppo di giovani, uomini e donne, si era radunato a poppa, un po’ per ammirare il tramonto e un po’ per bere vino e parlare.
Parlare di politica, cioè di passato e futuro, e del perché delle cose.
Parlare per esorcizzare la paura.
Romeo e Fiore, giovani di buoni studi storici e politici, tenevano banco.
Romeo manifestava indignazione.
Non capisco quest’ignavia, questa rassegnazione, questa viltà in Italia. In altri tempi storici una crisi economica e morale del genere avrebbe suscitato disordini gravissimi. Ora invece tutti subiscono passivamente!
Bisogna rifarsi agli inizi del secolo, ribatté Fiore. La contrapposizione tra liberismo e neo-comunismo, in senso lato tra destra e sinistra, aveva abituato allo scontro, alle lotte sociali anche violente. Lotte e scontro inducono tensione, reazione, in una parola vita. Poi, la sciagurata confluenza, o se preferite alleanza, tra sinistra, ad iniziare da quella estrema, e Islam ha spento tutto.
Hai ragione! Interloquì Renato, che aveva studiato scienze sociali a Lovanio, in Belgio. La sinistra si è illusa di servirsi dell’Islam, di cavalcarlo per sconfiggere la destra liberista, per condurre l’Italia fuori dell’esecrato Occidente. Invece ne è rimasta prigioniera. Il punto è che nell’Islam non esiste dissenso, esiste il peccato, e il peccato è delitto. Così la sinistra si è dissolta e i Centri Sociali, che ne rappresentavano la punta di diamante movimentista, hanno perso la loro carica dirompente, sono divenuti… corporazioni, ecco, conventicole. Denti cariati che al regime è convenuto riempire d’oro, per sedarli, perché non facessero male.
Romeo assentì. La gente non sa più reagire. Solo in pochi protestano e solo per aspetti particolari, tipo le pene capitali…nessuno osa contestare apertamente il sistema. La contestazione non è più, in Italia, un momento aggregante.
Però, intervenne uno del gruppo, ci sono attentati, cospirazioni…
Si, ma solo da poco, ribatté Elisabetta, una brunetta dagli occhi azzurri ed espressivi, e solamente per iniziativa di nostri infiltrati. Gli italiani residenti in madre patria si sono imbrocchiti, addormentati! Ma ora arriviamo noi. Cosa succederà?

Il futuro è nostro, riprese Renato. Ci sarà da soffrire, da battagliare, ma restituiremo la vita alla nostra gente. Noi non ci rassegneremo. Sappiamo dove sono gli errori, chi è il nemico…
Romeo intervenne ancora, con foga.
Prima di ricostruire occorre capire, comprendere il perché delle cose, dei fatti. Durante i primi decenni del secolo si è creata una miscela esplosiva, o forse direi meglio implosiva: Islam, cattolici fondamentalisti e neo-comunisti antioccidentali. L’innesco è stato quel male oscuro di cui ha sempre sofferto la sinistra italiana: il sapersi aggregare solo sul “contro” e non sul “per”… e così si è aggregata con l’Islam perché era “contro”. Contro l’odiato sistema capitalistico rappresentato dalle Americhe e dall’Unione! Errore: l’Islam non è mai stato e non sarà mai comunista, né democratico. E così la sinistra si è politicamente suicidata. La morte economica è stata una conseguenza inevitabile.

Anche il clero cattolico ha le sue responsabilità, osservò un altro del gruppo.
Questa era materia di Fiore, che intervenne con baldanza.
La Chiesa Cattolica, e mi riferisco soprattutto ma non solo al clero…territoriale, ha fatto troppe concessioni in nome dell’ecumenismo, del comune monoteismo. Ma l’Islam non conosce il concetto di reciprocità. Con la mano destra, sempre tesa, prende, ma con la mano sinistra nulla concede, anzi la tiene sempre in saccoccia. E così, a poco a poco, si è preso tutto. E poi anche la Chiesa Cattolica era tendenzialmente antiliberista, cosa che non erano le Chiese Protestanti. E così il cerchio si è chiuso. Che si credevano: di convertire gli islamici? Di omologare l’Islam?
Elisabetta non pareva del tutto d’accordo.
Eppure guardate la Turchia! È un paese islamico ma è rimasto nell’Unione Europea. Non ha aderito alla Confederazione Islamica mentre l’Italia, paese cristiano, lo ha fatto! Come mai?
Osservazione intelligente! Proclamò Renato mentre la brunetta arrossiva.
Il fatto è che i turchi sono un popolo pragmatico, nonostante tutto. La Turchia è un paese “per”, non un paese “contro”. Una vera sinistra non ha mai allignato in Turchia. I turchi hanno capito che il capitalismo moderno, il liberismo significavano progresso. Sono un popolo serio. E poi hanno avuto Ataturk, uno dei massimi statisti del secolo scorso. Gli italiani hanno avuto Moro.

Quasi nessuno del gruppo sapeva chi fosse stato questo Moro. Vi fu qualche attimo di silenzio imbarazzato mentre il sole si annegava nel mare. La brezza della notte incipiente portava freddo, e con il freddo i brividi.
Una cosa ho capito, affermò uno che non aveva mai parlato. Dovremo saldare molti conti!
Si ritirarono a gruppetti sottocoperta, verso i dormitori e le cabine, per una notte senza sonno.




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