venerdì 14 marzo 2008

Il Fiore della Terra

E la volta del 21° capitolo. Siamo ai due terzi del volumetto!
Ancora molte avventure ci attendono.
Tutti a leggere!
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Verona, sabato 1° Marzo 2098, ore 09,00.


Gli avvenimenti ormai si accavallavano, come le occasioni.
Maryam e Loretta avevano tempestivamente riferito ad Acabo le novità emerse durante la prima lezione di Sufismo, solo per sentirsi dire che il giorno dopo ci sarebbe stata una riunione a casa di Mauro, una riunione importante con la partecipazione di Lucio, impegnato in un vero e proprio giro d’Italia.
Sarebbe stata la sede giusta, precisò Acabo, per un dettagliato rapporto. Lucio era latore di novità importantissime, anzi “storiche” come le aveva definite Mauro.

I due giorni trascorsero in fretta. Le ragazze li passarono scrivendo una relazione su quanto fatto, detto, visto e sentito in Tariqa. Una relazione che, speravano, sarebbe stata elogiata e tenuta in gran conto.
In parte si sbagliavano. Lucio ne sapeva di più.
L’inviato di Giovane Italia recava in volto e negli occhi febbrili i segni dell’eccitazione e della stanchezza.
Parlò in fretta, a lungo, sorseggiando come di consueto il vino rosso delle dolci colline veronesi. Per schiarirsi la voce, diceva. Le sue parole appassionate accendevano la luce nelle menti dei numerosi ascoltatori, collegavano fatti e sensazioni, particolari che molti avevano già notato senza attribuire loro significato. Una visione d’insieme che suscitò prima speranza, poi entusiasmo.
Disse delle decisioni politiche assunte dal governo di Giovane Italia, intese a favorire il rientro in madre patria degli emigrati italici ed a non ostacolare l’insediamento nei territori nordafricani dei musulmani provenienti dall’Italia.
Disse dei proficui contatti intervenuti con le Autorità dell’Unione Europea e con il governo degli Stati Uniti e dell’impegno assunto da tali Potenze di ottenere, quale contropartita per i prestiti pressantemente richiesti dal governo islamico, libere elezioni in Italia entro due anni.
Riferì che il nuovo Gran Muftì era stato, di fatto, comprato e delle direttive da costui impartite a tutti i Mullah e gli Imam di convincere i fedeli musulmani ad emigrare in nordafrica per impossessarsi delle terre giacenti tra Tinduf e Tarfaya, con il miraggio di lucrare del “fiore della terra” colà trafugato, secondo una diffusa credenza, dai subdoli cristiani.

E quando si accorgeranno che il fiore della terra era ed è in realtà il sudore delle braccia e della fronte della nostra gente? azzardò Acabo.
Sarà troppo tardi per loro, rispose Lucio.
Il Capo Missione, o “Commissario” come tutti ormai lo chiamavano, concluse il suo dire accennando all’incontro che prossimamente intendeva avere con il Coordinatore dei Centri Sociali e delle Organizzazioni Antioccidentali Ataulfo Tomaia.
Fu l’unico momento nel quale le proteste soverchiarono l’assenso.
Non dobbiamo fidarci di quel porco traditore! si gridò da più parti.
Non temete, li rassicurò Lucio. So con chi ho a che fare. Con blandizie, promesse e minacce lo obbligherò a darci il suo appoggio ed il voto dei suoi accoliti. Lo spazzeremo via non appena vinte le elezioni. Quanto ai suoi seguaci, vedrete: appena fiutato il vento non esiteranno a voltare gabbana. Come il solito.

Era il momento di presentare al Commissario la relazione sulle attività del Nucleo Cospirativo Veronese (NUCOVER era l’acronimo con il quale veniva ormai definito), inclusa l’operazione d’infiltrazione effettuata dalle due giovani volontarie, Maryam e Loretta.
Mauro chiese la parola.
Signor Commissario, Signori e Signore, esordì. Sono orgoglioso di presentare un’interessante relazione, frutto del coraggio e dell’intraprendenza di due giovani ma valide amiche, Maryam e Loretta!
Le due giovani si alzarono, arrossendo.
Mauro proseguì di slancio, dopo aver allungato alcune cartelle dattiloscritte a Lucio.
Esse si sono infiltrate in una Tariqa femminile, denominata Hadra, simulando di volersi convertire all’islam ed accostandosi, con grave rischio personale, allo studio del Sufismo.
Un mormorio d’eccitazione scorse tra i presenti, molti dei quali non sapevano dell’impresa.
Ad un cenno di Mauro, alcune giovani militanti iniziarono a distribuire copie della relazione.
Dopo varie peripezie ed iniziative personali che sono descritte nei fogli testé distribuiti, proseguì Mauro, le nostre amiche sono entrate in possesso di un’importante notizia: l’intera Tariqa sta facendo i bagagli per trasferirsi in nordafrica! Non solo. Molti, moltissimi musulmani, a titolo personale o in gruppo, stanno per trasferirsi colà, alla ricerca di questo non meglio precisato fiore della terra. E quel che più conta, tale incipiente esodo è sollecitato dalla predicazione dei Mullah e degli Imam! Forse è iniziato un fenomeno epocale.
La cosa non mi sorprende, interruppe Lucio, ed è in linea con le notizie già in mio possesso e che vi ho illustrato poc'anzi. Vada il mio plauso alle due giovani e graziose amiche, saranno ricompensate. Quanto al fenomeno epocale, come tu amico Mauro lo hai definito, esso è certamente iniziato. La fame di cibo e denaro scaccia i musulmani, la fame di Patria e d’Onore richiama i nostri fratelli.

Sarà dura, amici miei, continuò Lucio. Dovremo tutti lavorare duramente per restaurare l’economia disastrata della nostra povera patria. Il prezzo del fallimento sarebbe la fame, la miseria. Questo fenomeno epocale (si inchinò verso Mauro) non deve vederci quali spettatori inerti. Dobbiamo adoperarci tutti per accogliere i nostri fratelli emigrati che giungeranno sempre più numerosi e devono ambientarsi. Non mancheranno gli aiuti, le Potenze amiche saranno generose.
E se anche la Confederazione Islamica fosse generosa d’aiuti per frenare l’esodo dei musulmani? azzardò un anziano congiurato.
Non potrà essere. La voce del Commissario suonava rassicurante. Con l’impiego sempre più esteso dei combustibili a base d’idrogeno e le recenti applicazioni, nel mondo occidentale, dell’energia nucleare pulita, la richiesta di petrolio sta colando a picco. Il mondo islamico s’impoverisce perché nulla ha saputo costruire di produttivo e durevole, a parte l’enorme ricchezza dei relativamente pochi satrapi che, temendo l’odio della propria gente, cercheranno alla fine l’aiuto dell’odiato Occidente. Le casse della Confederazione Islamica sono vuote!

Un applauso soverchiante scosse la sala. Viva l’Italia, gridarono in molti, tra uno sventolio di bandierine. E’ il nuovo Risorgimento!
Lucio chiese, ed ottenne, il silenzio con un gesto imperioso.
Ancora una cosa, amici. Basta attentati, basta violenze. Dobbiamo evitare colpi di coda. A nemico che fugge, ponti d’oro. Pensiamo invece a lavorare! Rivitalizziamo le aziende decotte, mettiamo a cultura e fecondiamo le terre abbandonate ed inaridite, ripariamo strade, idrovie, ponti e viadotti. Razionalizziamo e modernizziamo i servizi, che sono divenuti indegni di un paese civile. Chi ha iniziativa, chieda finanziamenti e mutui a tasso zero: li avrà.
E soprattutto, infondiamo nei nostri concittadini nuovo entusiasmo. Scusate se è una rivoluzione da poco!

Lucio si guardò attorno, scrutando visi ora muti e preoccupati.
E’ tutto, concluse. Ora devo andare, il mio giro d’Italia mi attende. Mauro è il responsabile per la provincia veronese. Riconoscetelo come vostro Capo. Egli sa come contattarmi in qualunque momento. Al lavoro! E ricordate che ci saranno le elezioni, e che occorrerà vincerle.

Lucio si alzò. Gli occhi febbrili brillavano nel bel volto maschio e stanco. Un grido si levò spontaneo: Viva il Commissario!
La riunione era conclusa.

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