lunedì 31 marzo 2008

Il Fiore della Terra

Il 26° capitolo è pronto per una attenta lettura.
Penso che mi sia riuscito proprio bene!
Buon (amaro) divertimento.
Cirno
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Città del Vaticano, mercoledì 2 Aprile 2098, ore 10,15.


L’arcivescovo Cardoso era giovane, per quanto può esserlo un arcivescovo, alto e asciutto. Vestiva abiti civili ma la croce all’occhiello rivelava la sua appartenenza all’Ordine dei Gesuiti. Parlava un perfetto italiano anche se con una leggera inflessione ispanica.
Benvenuto, signor Commissario! disse, mentre introduceva Lucio nel suo studio privato.
Ho molto sentito parlare di lei e confesso che ero impaziente di conoscerla di persona.
Lucio chinò il capo in segno d’assenso, senza rispondere.
Un angolo dello studio era arredato a salottino con tavolino, divano e due poltroncine d’epoca. Sul muro sovrastava un martirio di san Sebastiano di pregevole fattura. Si sedettero.
Il mio superiore, l’eminentissimo cardinale Bragantini, ha conferito con l’onorevole Rossini, che presumo suo referente.
Lucio fece un altro cenno d’assenso.
L’eminentissimo cardinale, cui peraltro erano già note, per dovere d’ufficio, le vostre iniziative diciamo…politiche, ne ha riferito al Santo Padre in persona, che si è degnato di dimostrare il suo paterno e lungimirante interessamento.
Altro cenno d’assenso.
Interessamento non disgiunto da legittima preoccupazione! proseguì il prelato. Parlatemi con chiarezza: quali sono l’atteggiamento, la disposizione d’animo dei vostri…affiliati (la parola “cospiratori” aleggiò nell’aria pur senza essere profferita) nei confronti della Chiesa Cattolica e della Santa Sede in particolare?

Lucio si sentì costretto a rispondere. Scelse la linea dura.
Sarò chiaro come lei mi chiede d’essere, Eccellenza. Sono tutti, o quasi tutti, buoni cristiani ma è diffuso tra loro un certo risentimento nei confronti della politica attuata dalla Chiesa Cattolica, cui addebitano rilevanti responsabilità per gli incresciosi avvenimenti dell’ultimo secolo ed in particolare degli ultimi cinquant’anni. Per esempio, il Concilio di Bari…
Capisco! l’interruppe l’arcivescovo. Tutto ciò mi è ben noto. E’ inevitabile che il gregge dei fedeli talvolta non comprenda appieno le profonde ragioni che determinano l’azione del Buon Pastore, tesa sempre a riunire in un futuro anche lontano non solo le pecorelle smarrite ma anche quelle che non hanno avuto il privilegio di udire la santa novella. Così oggi i vostri affiliati non capiscono, o si rifiutano di capire.
Il prelato fece una pausa tenendosi la fronte tra le mani, quasi in segno d’intima, profonda sofferenza.
Lasciate che vi spieghi, che chiarisca…affinché voi possiate chiarire ai vostri adepti. E’ desiderio del Santo Padre e della Curia Apostolica che si stabiliscano cordiali rapporti con il movimento che lei guida e rappresenta. Le concessioni fatte all’Islam a seguito del Concilio di Bari furono inevitabili ed intese ad assicurare libertà di culto alla Chiesa e nel contempo a stabilire pacifici rapporti con una religione monoteista e che vanta, non scordiamolo, vastissimo seguito e nobiltà d’origini.
Si trattava tuttavia di una religione teocratica ed antidemocratica! azzardò Lucio.
Ne convengo, riprese l’arcivescovo, ma è con il dialogo, non con la contrapposizione che si favorisce il fiorire della democrazia anche in istituzioni tendenzialmente autoritarie. Ma veniamo al nostro punto. Conoscete bene la storia degli ultimi cento anni?

Lucio assentì, sentendosi irragionevolmente irritato per quel continuo passare dal “lei” al “voi”.
Perdonatemi, riprese il prelato. Sapete…il nostro ministero c’induce talvolta ad apparire, ed essere, cattedratici.
Si ricorderà senza dubbio della guerra mossa da America e Regno Unito contro l’Iraq, conclusasi con la disfatta di quest’ultimo Stato. Ricorderà anche che la Confederazione Russa si allineò sulle posizioni americane pur in primo tempo contestate, avendo così mano libera nel successivamente correggere il problema ceceno. Tali avvenimenti ed i molti altri che si susseguirono e che non è il caso di elencare in questa sede, indussero gli Stati Arabi a confederarsi ed a rinunciare alla lotta armata, campale o terroristica che fosse, ritenendola ormai inefficace e controproducente.
Ciò mi è noto, interloquì Lucio. Essi confidavano nel petrolio quale unica arma in grado di condizionare l’Occidente, e l’adesione alla Suprema Confederazione Islamica tendeva ad accentuare e razionalizzare l’incisività di tale arma, diciamo economica. Non tennero però nel dovuto conto lo sviluppo tecnologico…
Ciò che non sapete, l’interruppe l’arcivescovo, è che con protocollo segreto, ma non tanto segreto da non venire a conoscenza di questo Dicastero (il prelato ridacchiò compiaciuto), i Capi di Stato islamici convennero di usare un’altra arma: quella demografica. Confidando sull’enorme prolificità della loro gente e su quella immiserita e decadente degli Stati Europei, essi decisero di aggredire l’Occidente dall’interno, favorendo l’emigrazione dei loro cittadini e inducendoli, con vari incentivi morali e materiali, a figliare strenuamente. Nell’elenco degli Stati più facilmente conquistabili l’Italia figurava al primo posto, ed invero solo con l’Italia ebbero successo. Invano la Chiesa della quale indegnamente faccio parte ed i Pontefici che si susseguirono sul trono di Pietro implorarono, scongiurarono i cattolici di abbandonare atteggiamenti edonistici e di evitare pratiche anticoncezionali. La responsabilità dell’affermazione islamica in Italia non è dunque ascrivibile alla Chiesa, anzi!
Ma poi, con il concordato, la Chiesa ha in un certo senso legittimato il potere teocratico islamico concedendo agli Imam, senza reciprocità, di partecipare persino alla celebrazione eucaristica!, lo interruppe Lucio.
Per evitare guai peggiori, figlio mio! ribatté l’arcivescovo. La Chiesa Cattolica è riuscita a sopravvivere, i Cristiani non sono stati perseguitati. E se ora il vostro movimento ha prospettive di successo, lo deve alla Chiesa ed alla sua prudente lungimiranza.

Lucio comprese che non era il caso di polemizzare oltre. All’onorevole Rossini interessavano fatti e risultati, non parole.
Il prelato lo prevenne, con fine intuito.
Veniamo dunque alle cose concrete, alle cose dell’oggi e del domani, disse.
Ci è noto che Giovane Italia intende cessare di esistere quale Entità Internazionale e confluire nello Stato Italiano favorendo la reimmigrazione dei suoi cittadini.
Lucio assentì.
Ci consta anche che il suo movimento intende chiedere, a breve scadenza, le elezioni politiche generali, confidando di vincerle grazie al mutato rapporto di forza.
Lucio assentì nuovamente.
Che vi attendete dalla Chiesa e quali garanzie offrite?
La domanda era diretta, quasi brutale.
Ci attendiamo appoggio in occasione delle elezioni, rispose Lucio. Ci attendiamo la collaborazione dei Parroci e ci attendiamo che il concordato del 2055 sia denunciato. Offriamo in cambio la restituzione dei beni ecclesiastici confiscati dalle Autorità Islamiche e tutte le garanzie che una moderna democrazia assicura ad una Chiesa libera e maggioritaria nel suo territorio.

Vedo, vedo, caro Commissario. Si renderà conto, spero, che l’appoggio della Chiesa e dei suoi Parroci non potrà essere palese, ancorché incisivo ed efficace.
Può riferire all’onorevole Rossini che questo colloquio si è concluso positivamente. La Chiesa vi aiuterà e, quando le elezioni saranno state da voi vinte, il concordato potrà essere denunciato. I termini di un nuovo concordato tra la Santa Sede ed il nuovo Stato Italiano potranno essere studiati tempestivamente, in sede opportuna.

Lucio si alzò, convinto che l’incontro fosse concluso.
Un momento!
L’arcivescovo lo invitò, con un cenno, a sedersi di nuovo. C’è un altro aspetto che dobbiamo affrontare.
La ascolto, Eccellenza, lo rassicurò Lucio.
Da qualche tempo, proseguì il prelato, forse per un malinteso e fuorviato senso di rivalsa nei confronti dell’Islam e della Chiesa Cattolica, sono state fondate, e mi duole dirlo, anche da parte di taluni insigni studiosi di scienze storiche ed archeologiche, alcune consorterie neopagane che, ancorché per ora limitate in numero ed occulte, stanno avendo successo tra le persone più deboli o più inclini ai culti esoterici.
Tali consorterie si rifanno al culto di Mitra, che ebbe notevole seguito negli ultimi secoli dell’Impero Romano e sino all’editto di Teodosio. Rigurgitano ora dalla notte dei tempi tali farneticazioni pagane e deliranti. Comprenderà che il Santo Padre n’è giustamente preoccupato.

Lucio questa volta era sorpreso. Mitra? chiese. Ne so poco o nulla. Non ero informato di tale fenomeno. Non penso che sia una cosa seria!
Non è cosa seria ma può, anzi è sulla via di divenirlo. Seria e tragica, lo interruppe il prelato. La Santa Sede si attende che, tra le clausole di un nuovo concordato, ne compaia una che impegni lo Stato Italiano a vietare pratiche e riti idolatrici e pagani. Le suggerisco nel frattempo di approfondire le sue conoscenze circa il mitraismo antico e nuovo, al fine di meglio comprendere le legittime istanze del Dicastero che indegnamente rappresento.
Lucio era perplesso.
Eccellenza, disse, posso rispolverare qualche libro di storia antica ma per il mitraismo non so da dove iniziare e a chi rivolgermi. Confesso la mia ignoranza.
Vi darò un nome, riprese l’arcivescovo. Il nome di un anziano storico che non sta mettendo a buon profitto la sua scienza e che è fra i promotori dì una delle più importanti sette neomitraistiche, proprio qui vicino Roma. Il professor Mastrodita, emerito presso l’Ateneo di Perugia. Lo contatti, finga interesse, gli carpisca informazioni delle quali spero vorrà rendermi partecipe.
Ecco il suo recapito, concluse porgendogli un foglietto.

Il colloquio era finalmente concluso. Il prelato ed il Commissario si salutarono. Un usciere guidò Lucio alla porta.
Mitra, chi era costui? si chiese Lucio, parafrasando il Manzoni.
Via della Conciliazione, ribattezzata via del Concilio di Bari, era affollata come al solito. Il sole splendeva alto e forte nel cielo. Lucio si sentì improvvisamente eccitato. Porse al guardaspalle il foglietto.
Giorgio, gli disse, vedi un po’ di fissarmi un appuntamento con questo professore Mastrodita. Digli pure chi sono e che sono interessato ai suoi studi.
Mitra…rifletté a voce alta. Non ha a che fare con Zoroastro?
Giorgio lo guardò a bocca aperta.
Non lo so, signor Commissario, non mi sono mai interessato di giardinaggio.



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1 commento:

Righella ha detto...

ciao zietto.... complimenti!!!!
Nei momenti di pausa in ufficio, me lo leggo volentieri....

a presto

Filippo