mercoledì 2 aprile 2008

Il Fiore della Terra

Il 27° capitolo è, lasciatemelo dire, veramente interessante.
Entriamo nel mondo di Mitra!
Buona lettura e buon divertimento.
Cirno

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Frascati, venerdì 4 Aprile 2098, ore 17,00.

Il professor Virgilio Mastrodita era uomo attempato ma arzillo e benportante. I mezzi occhiali, che portava pendenti sul gran naso aquilino rivelavano occhi chiari, piccoli, arguti. Un po’ matto ma di spirito, rifletté Lucio.
L’appuntamento era stato subito accettato. Il professore aveva sentito parlare di Lucio ed era ansioso quanto e più di lui di incontrarlo. La curiosità li spingeva entrambi.
Il cancelletto si aprì al primo squillo di campanello. Un vialetto conduceva alla villa, piccola ma ben costruita, immersa nel verde delle colline di Frascati. Il professore l’attendeva sulla soglia appoggiandosi ad un curioso bastone di bambù col pomo d’argento, foggiato a testa taurina.
Benvenuto, Commissario. Sono a sua disposizione.
Bentrovato, Professore. Le sono obbligato per la sua cortesia e disponibilità.
Lo scambio di convenevoli fu breve. Erano le cinque del pomeriggio ed il servizio da tè era apparecchiato sul tavolino tra due comode poltrone.
Latte? Limone?
Un goccio di latte e poco zucchero, grazie! rispose Lucio.
Il professore entrò subito in argomento.
Il suo segretario mi ha anticipato che lei è interessato al culto di Mitra, al neo-mitraismo, per intenderci.
E’ così. So poco di Mitra e del suo culto, giusto qualche reminiscenza dai miei studi classici. So solo che era un rito di origine orientale, iniziatico e misterico, diffuso nel tardo impero romano.
Il professore sorrise.
Mi dica. Perché questo suo interesse? Devo, dobbiamo essere cauti. Il regime islamico è ormai allo sbando, ma non possiamo permetterci di destare l’attenzione delle Guardie della Virtù della Fede!
Caro professore, lei probabilmente sa di cosa mi occupo. Il mio…chiamiamolo movimento sta radicandosi e pensiamo di ottenere, e vincere, le elezioni politiche entro l’anno entrante. Le elezioni si vincono con i numeri e per far numeri abbiamo bisogno di tutte le componenti sociali non musulmane o filo-musulmane. Ho preso contatto anche con la Santa Sede, e non le nascondo che la Segreteria di Stato e lo stesso Pontefice sono molto preoccupati per questo ritorno di riti che definiscono pagani. Da qui il mio interesse. Lei comprenderà, io devo capire e informare i miei superiori.

Il sorrisetto del professore mutò in compiaciuto sogghigno.
Ci temono dunque! Non a torto. Noi non siamo compromessi con l’attuale, scellerato regime, noi rappresentiamo la tradizione religiosa e mistica dell’Impero Romano dal quale la civiltà occidentale ha avuto origine. So bene, caro Commissario, che il suo movimento ha già vinto in sede diplomatica e vincerà in sede elettorale. So bene che, tra uno o due anni, governerà il nostro Paese. Sono onorato di poterle spiegare chi siamo e cosa ci attendiamo da lei: tolleranza e libertà. Se poi vorrà, le mostrerò il nostro Mitreo, ricavato in antiche cantine abbandonate.
Lucio sorbì il tè e si rilassò. Il professore gli era decisamente simpatico.
Mi dica allora, in sintesi la prego, perché non abbiamo molto tempo.

Il professore si schiarì la voce.
Il culto di Mitra, caro Commissario, precede nel tempo il monoteismo zoroastriano e vi sopravvive. La sua diffusione nell’impero romano, favorita dalla continua rotazione delle legioni e dai trasferimenti di singoli militari da un reparto all’altro, fu estesissima.
E badi che il culto di Mitra è ancor vivo in oriente! I sacerdoti zoroastriani di Yazd e di Kernan, in Iran, continuano ad adorarlo secondo l’antico rito e amministrano la giustizia in suo nome, impugnando la mazza con la testa di toro.
Se il cristianesimo non avesse prevalso, il mondo occidentale sarebbe ora mitraico! Le due religioni hanno molto in comune: la mensa mistica, il battesimo iniziatico, un codice morale. Perfino il Santo Natale, mutuato dai cristiani. Il Natalis Solis che cadeva il 25 dicembre! Se non fosse stato per le donne…
Che c’entrano le donne? lo interruppe Lucio.
C’entrano, c’entrano. Il mitraismo classico era esclusivamente maschile. Le donne non erano ammesse. Esse così si orientarono verso l’emergente cristianesimo e, sa…le donne educano i figli. Madri cristiane fanno figli cristiani! Fatale che il culto di Mitra rimanesse elitario e come tale minoritario. Ma noi abbiamo rimediato!
Come?
Ammettendo le donne a pieno titolo al mitreo ed al cursus honorum mitraico, caro Commissario. Intendo i sette gradi, inclusi i tre più elevati. Abbiamo un grande successo con le donne, cui molte confessioni cristiane, in primis quella cattolica, negano tuttora l’accesso al sacerdozio.

Che sono questi sette gradi, professore?
Partendo dal basso, Corax ossia il Corvo, il Nymphus,il Miles, il Leone, il Persiano, l’Heliodromo e il Pater.
I sette gradi coincidono con sette iniziazioni e sette, progressive, purificazioni. La purificazione di chi accede al settimo grado, il Pater, è somma e completa. Tutto ciò è stato codificato dai filosofi-Magi che, ellenizzati e romanizzati, si organizzarono in una scuola che disciplinava l’accesso al sapere.
Mi scusi, professore, questi Magi hanno relazione con i Re Magi della tradizione natalizia cristiana?
Certo, Commissario. I Magi persiani, esperti in astronomia e astrologia, previdero la nascita di Cristo e si recarono a vederlo. Gaspar, Melchior e Baalthasar furono persino fatti santi dai cristiani, anche se la loro chiesa ha ormai poco a che fare con Cristo e ancor meno con i Magi. Che vuole, i cristiani dopo averci perseguitati e distrutti ci hanno anche saccheggiati!

Ma mi consenta di riprendere la mia esposizione.
Dopo i primi quattro gradi iniziatici, presieduti da divinità greco-romane, si accede ai tre gradi “persiani” con i quali l’iniziato riceve il berretto del Perses, la raggiera dell’Heliodromos ed infine la tiara del Pater. Il grado sotto la tutela di Giove, il Leo, segna il punto d’arrivo del primo ciclo, poi inizia il ciclo dei gradi superiori, quelli lunari e solari. I livelli iniziatici “persiani” corrispondono alla triade Cautes, Mitra e Cautopates. La triade (noti le assonanze con trinità e trimurti!) corrisponde a sua volta alle tre fasi del corso del Sole, alba, mezzogiorno e tramonto. Il rapporto tra Mitra e il Sole si risolve nel suo rapporto con la triade Cautes-Helios-Cautopates, della quale egli è creatore e sovrano. Mitra è il Sole (Sol Invictus) ma non si riduce al solo Helios perché da Mitra derivano tutti e tre gli aspetti della divinità solare, dei quali Helios è il più luminoso, il mezzogiorno. Ecco perché Mitra era detto “triplasios”.

Il male, la tenebra e la morte sono rappresentati da Arimane, raffigurato nell’Aion, uomo dalla testa leonina avvolto nelle spire di un serpente. Il dualismo bene-male si risolve nello zoroastrismo nel dualismo Ahura Mazda, dio della luce e del sapere e Arimanios, dio della tenebra e dell’ignoranza. Tra l’uno e l’altro, intermedio è Mitra, chiamato perciò dai persiani “Mediatore”.
Un duplice ordine d’implicazioni attraeva i romani antichi ed attrae gli italiani moderni verso questa religione: essa assicura, attraverso la conoscenza, la possibilità di controllare la natura e di stabilire un rapporto armonico con il soprannaturale. L’angoscia di fronte alle potenze demoniache può risolversi entro l’esperienza mitriaca che concede sicurezza attraverso il superamento di prove di coraggio e mediante l’integrazione in un cenacolo di sapienti. Costoro, pervenuti ai massimi gradi di purificazione, possono affrontare e vincere lo stesso Arimane.
Il professore fece una pausa avvedendosi che Lucio era frastornato.
Mi segue, Commissario? Ha compreso tutto?
Lucio aveva capito poco dal punto di vista concettuale ma molto da quello politico: intuiva che questo mitraismo, lasciato libero di prosperare, poteva costituire un’arma formidabile per condizionare e limitare sia il potere della Chiesa Cattolica sia quello dell’Islam. Divide et impera!
Mi ha convinto, professore, rispose. Le assicuro che il culto di Mitra potrà godere delle stesse libertà e garanzie delle altre religioni tradizionali. Potrebbe anzi essere esaminata l’eventualità di uno specifico concordato.
Il professore era raggiante. Vuol visitare il Mitreo? disse. Oggi non è giorno di servizio.
Rapidamente! concesse Lucio che ne avrebbe fatto volentieri a meno. Devo partire per Milano questa sera stessa.
Abbiamo un Mitreo anche a Milano, osservò il professore. Se vuole, posso darle il recapito del Pater nostro corrispondente.
Per ora no, non posso scoprirmi troppo, almeno formalmente. Diamo un’occhiata al suo Mitreo, penso che saranno tutti simili.
Certo commissario. Andiamo.

In dieci minuti di tranquilla passeggiata attraverso una Frascati degradata e deserta, giunsero sul posto. Uno spiazzo sovrastato da un rilievo sul quale si ergeva, semidiroccato, quello che doveva essere stato un albergo. Una porta ad arco, con battenti di ferro arrugginito, si apriva sul fianco del rilievo. Un’antica targa di pietra, murata a fianco della porta, recava ancora una scritta a stento leggibile: Cantine Comandini. Il professore aprì la porta e la richiuse alle loro spalle. Un andito buio, ingombro di rottami, tavoli tarlati e vecchie botti conduceva ad un locale quadrato, nel quale si apriva uno stretto vano scala. Scesero in una sorta di cantina lunga e stretta, scavata nella roccia. All’ingresso, una vasca colma d’acqua e due statue classicheggianti che raffiguravano, a detta del professore, Cautes e Cautopates. Sul pavimento del corridoio centrale erano visibili simboli zodiacali ed iniziatici, corrispondenti ai sette gradi di purificazione. Ai lati, due serie di tavoli e sedie (per le cene mistiche, precisò il professore). Sul fondo, un’orrenda statua leontocefala (Arimanios) e un gruppo marmoreo che raffigurava Mitra, con berretto frigio, in atto di sacrificare un toro mentre un cane leccava lo zampillo di sangue ed uno scorpione pinzava i testicoli della povera bestia (la rappresentazione mistico-simbolica della creazione, chiarì il professore). Sotto il gruppo marmoreo un tronetto, riservato al Pater del Mitreo (questo seggio è il mio, sottolineò il professore con orgoglio).
Vi sono parallelismi con i vecchi riti massonici? chiese Lucio.
Solo nella misura in cui i massoni si appropriarono di tradizioni e formalità iniziatiche mitriache, spiegò il professore. Nella sostanza, nulla.
Grazie, professore. Il dovere mi chiama. E’ ora di andare.

Tornarono all’aperto. Giorgio attendeva, tenendo aperto lo sportello della vettura.
Non si dimentichi di noi, Commissario!
Non dubiti, professore. Arrivederci!
Percorsero qualche chilometro in silenzio. Poi, in Giorgio ebbe il sopravvento la curiosità.
Che c’era nella cantina, signor Commissario?
Il passato che ritorna, la resurrezione dei culti antichi, caro Giorgio.
Ma almeno, Commissario, c’era vino buono?
Lucio non rispose e fece finta di dormire. Poi si addormentò davvero.


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