sabato 12 aprile 2008

Il Fiore della Terra

Avanti col 30° capitolo!
Ritorniamo nel regno di Mitra. E' la premessa di una nuova, tragicomica avventura!
Tutti a leggere, dunque.
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Milano, 10 giugno 2098, ore 23,30.


Nama Patribus, ab Orientem ad Occidentem, tutela Saturni…
Nama Heliodromus tutela Solis…
NamaPersis tutela Lunae…
Nama Leonibus tutela Jovis...
Nama Militibus, tutela Martis...
Nama Nymphis tutela Veneris...
Nama Coracibus, tutela Mercuris…

La litania mistica, salmodiata in cadenza monotonale da voci profonde e roche nell’antica cantina buia fumosa adibita a luogo di culto Mitraico in Milano, nel quartiere di Porta Romana, s’interruppe bruscamente.
Il pesante velario che occultava il fondo del locale si era alzato bruscamente rivelando un gruppo marmoreo raffigurante Mithra Tauroctono, illuminato a giorno da un faretto acceso con sapiente sintonia.
Il grido di meraviglia, sfuggito al piccolo gruppo di neofiti, uomini e donne, che assistevano per la prima volta al rito non poté soverchiare l’invocazione pronunciata a voce altissima dal Pater Eugenio Tarallo, imponente e sfavillante in manto e tiara dorati.
Noi ti preghiamo, o dio eterno, per la terra e il mare divino, per ciò che di buono creasti, per i sacri campi seminati, di salvarci attraverso l’aspersione del sangue eterno!

Il Pater, che nel secolo esercitava la professione di farmacista, si rivolse al gruppetto dei novizi, imponendo il silenzio con gesto imperioso.
Amici, vi abbiamo qui invitati per completare la vostra preparazione prima di iniziarvi al grado di Corax, primo nella scala Mitraica. Non assisterete pertanto al rito completo che è riservato a coloro che già sono stati affiliati (il Pater indicò con gesto ampio e teatrale le figure ammantate schierate nelle nicchie laterali della cantina, che un tempo dovevano aver contenuto botti di notevoli dimensioni). Vi unirete tuttavia a noi, in secondo tempo, per la cena mistica, in modo da poter familiarizzare con gli iniziati e trarre dai loro conversari motivi d’esempio e meditazione.
Siamo principalmente qui riuniti, questa sera, per rispondere alle vostre domande, per soddisfare, nei limiti del lecito, le vostre curiosità.
Non temete dunque, parlate!

Seguì qualche minuto d’imbarazzato silenzio. Nessuno dei neofiti osava parlare per primo.
Crizia, giovane avvenente ragioniera impiegata di banca, col pallino della storia antica, prese alla fine l’iniziativa.
Eminentissimo Pater, chi ha concepito per la prima volta il sistema delle sette iniziazioni Mitriache quali noi le conosciamo?
Bella domanda! rispose il dott. Tarallo, lisciandosi la folta barba.
Fu probabilmente a Tarso, da parte di un “Mago” ellenizzato, non di un militare romano come taluno sostiene. Egli fu certamente una personalità carismatica perché un uomo comune non fonda una nuova religione, ma non fu neppure un gran taumaturgo perché se tale fosse stato la tradizione letteraria, i papiri magici o i monumenti mitriaci ne avrebbero conservato memoria. Egli dunque non fece altro che adattare alla mentalità romana la sapienza dei Magi-filosofi ellenistici tramite il sistema delle iniziazioni: così facendo rese accessibile ai soldati delle legioni romane e ai doganieri imperiali quel sapere universale che l’Oriente aveva elaborato attraverso i secoli. Forse Ostane fu il suo nome, il primo apostolo della religione persiana in occidente.

Crizia si sedette, soddisfatta.
Altre domande?
Si fece avanti Rodolfo, bigliettaio alla stazione centrale. Era uomo semplice, e da uomo semplice parlò.
Signor Pater, io conosco molta gente per il mio lavoro. Dei ragazzi del Centro Sociale erano in coda per il biglietto e parlavano di un evento, una di quelle porcate che chiamano commedie collettive, che dovrebbe andare in scena prossimamente. Dicevano che sarà uno sballo, tutti travestiti da antichi romani e che alla fine sarà un’orgia magari con accoppiamenti bestiali tipo sacerdotesse con cani, serpenti e giovani manzi. E nominavano il dio Mitra…ne sapete niente, signor Pater?

Un silenzio pesante calò sul consesso, mentre il dott. Tarallo assumeva un atteggiamento di costernazione.
Non pensavo che potessero giungere a tanto…bofonchiò.
Poi, con voce insicura: effettivamente, amici e confratelli, un emissario del capo dei Centri Sociali, sapete, quel tale Ataulfo Tomaia, si è presentato a me un paio di settimane fa…mi ha detto che gli animatori e i teorici del Centro sanno del rifiorire del culto di Mithra e sono interessati a conoscerlo…ed eventualmente a partecipare. Mi dissero che avevano intenzione di approfondire, di aprire qualche tavolo di studio, di analizzare la nostra liturgia. Mi hanno chiesto spunti, materiale informativo e io li ho forniti di buon grado, perché, sapete…il seme deve essere gettato ovunque, perché ovunque può essere la buona terra.
Il Pater si guardò attorno e si avvide che non tutto l’uditorio manifestava consenso.
Riprese il suo dire, con piglio più deciso.
Non pensavo che m’ingannassero, che potessero giungere a tanto. Tomaia, novello Commodo, si propone dunque di profanare il culto del sublime Mandriano delle stelle, dell’arbitro del tempo. Dobbiamo fare qualcosa. Ma cosa?

Un confabulare concitato si diffuse nell’antro. I neofiti si limitavano a guardare gli iniziati, attendendo che fossero costoro ad esprimere, per primi, il loro pensiero.
Bastiano Maggiore, il più anziano dei due Eliodromi presenti, si aggiustò la raggiera e parlò in nome di tutti.
Dobbiamo fermarli! disse. Non so il come, ma dobbiamo fermarli.
Tra la sorpresa e la costernazione generali, Rodolfo fece un passo avanti e prese nuovamente la parola, senza chiedere permesso. Era un uomo semplice ma deciso, Rodolfo.
Signor Pater, disse, ho un’idea. Uno dei miei amici, un musulmano, è maresciallo delle Guardie della Virtù della Fede. Se gli dico che al Centro Sociale stanno mettendo in scena una porconata delle loro, mettiamo sulla vita privata di Maometto, harem, mogli, concubine e tutto il resto, quello mi crede. Quello raduna le sue guardie, fa irruzione e spacca tutto. Botte da orbi saranno. E’ un tipo che se gli monta il sangue alla testa neanche chiede il permesso ai suoi superiori. Fa irruzione e, mi scusi la parola, signor Pater, gli fa un culo tanto. Basta sapere il giorno esatto.

I mormorii di costernazione si mutarono in risate soffocate. L’idea era un po’…basica, ma piaceva. Faceva presa.
Il Pater guardò gli iniziati e notò cenni d’assenso.
Sta bene, Rodolfo. La tua dedizione e il tuo spirito d’iniziativa, anche se non del tutto ortodossi, sono apprezzati. Anche se dubito che il tuo progetto possa giungere a buon fine, vale la pena di tentare. Interroga i tuoi informatori, vedi se conoscono la data della…diciamo rappresentazione, e procedi. Ho ragione di ritenere, sulla base di indizi in mio possesso, che l’evento possa aver luogo il primo sabato di luglio. Gli appartenenti ai tre gradi superiori, Patres, Heliodromi e Perses, con il decano dei Leones, sono convocati in riunione informale presso la mia residenza per domani alle 21. Discuteremo ulteriori misure, altre soluzioni.
Nama a Mithra, Signore delle grotte! La riunione è finita, andate in pace.

Se n’andarono tutti alla spicciolata. I neofiti, che ormai guardavano a Rodolfo come loro leader, espressero il loro entusiasmo gratificandolo con gran pacche sulle spalle.
Lui si schermì. State calmi ragazzi!. Adesso ci penso io!
Sei grande Rodolfo, disse Crizia con occhi sognanti.
Che fai domani? Te la faresti una pizza con me? rispose l’eroe della serata.
Crizia era una gran bella ragazza e Rodolfo era scapolo. Non si sa mai, pensò.
Va bene, disse Crizia. Mi passi a prendere a casa?


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